Simbolo dell’impegno e della lotta contro i predatori delle terre che bruciano è la campagna, “Redistribute Extinction”, realizzata in occasione dell’Earth Day Med dall’artista internazionale Jonas Staal. Esiste un modo per rivolgere la narrativa dell’estinzione dell’umanità contro quei sistemi che in primo luogo la provocano? Se qualcosa deve estinguersi, non dovrebbero essere proprio le industrie fossili e la mentalità estrattiva neocoloniale che ci hanno portato oggi al limite della sopravvivenza?
Queste le domande a cui l’artista Jonas Staal ha cercato di rispondere interpretando una serie di manifesti dipinti, che saranno esposti su cartelloni e autobus della città, con lo scopo di sensibilizzare su quanto la catastrofe climatica e il suo enorme impatto sui conflitti armati e sulla scarsità di risorse hanno un impatto sproporzionato proprio sul Sud del mondo, sulle popolazioni indigene e di colore, sulle donne, sulle minoranze e sui poveri. Le immagini, in particolare, puntano a responsabilizzare sulla piaga degli incendi e delle alluvioni in Sicilia.
La catastrofe climatica e il suo impatto massiccio sui conflitti armati e sulla scarsità di risorse colpiscono in modo sproporzionato il Sud globale, le popolazioni indigene e di colore, le donne, le comunità LGBTQIA+ e i poveri. Cosa significherebbe in termini di politiche e governance ridistribuire l’estinzione e garantire che le élite fossili responsabili della catastrofe climatica paghino il prezzo più alto?
È essenziale rivolgere la narrazione dell’estinzione contro quei sistemi che la provocano in primo luogo. Infatti, se qualcosa deve estinguersi, dovrebbero essere le industrie fossili e la mentalità estrattiva neocoloniale che hanno portato tanti al limite della sopravvivenza oggi.
L’ARTISTA
Jonas Staal è un artista visivo il cui lavoro si occupa del rapporto tra arte, democrazia e propaganda. È il fondatore dell’organizzazione artistica e politica New World Summit (2012- in corso). Insieme a Florian Malzacher co-dirige il campo di formazione Training for the Future (2018-in corso) e con l’avvocato per i diritti umani Jan Fermon ha avviato l’azione collettiva Collective Facebook (2020-in corso). Con la scrittrice e avvocato Radha D’Souza ha fondato il Tribunale per i crimini climatici intergenerazionali (2021 in corso) e con Laure Prouvost è co-amministratore della Obscure Union.
Tra i progetti espositivi figurano Museum as Parliament (con l’Auto amministrazione Democratica del Rojava, Van Abbemuseum, Eindhoven, 2018-in corso), We Demand a Million More Years (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2022) e Extinction Wars con Radha D’Souza, Gwangju Museum of Art, 2023). I suoi progetti sono stati ampiamente esposti in sedi quali il V&A di Londra, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il M_HKA di Anversa, il Moderna Museet di Stoccolma, il Centre Pompidou-Metz e il Nam June Paik Art Center di Seoul, oltre che alla 7ª Biennale di Berlino, alla 31ª Biennale di San Paolo e alla 12ª Biennale di Taipei.