Il 31 dicembre 1944, un gruppo di rivoluzionari guidati da Giacomo Petrotta proclamò la Repubblica Popolare Contadina di Piana Degli Albanesi. Si ribellarono alla scorretta gestione dei raccolti agricoli da parte di un’alleanza di grandi proprietari terrieri ed élite politiche che lasciava la popolazione alla fame. A quasi 80 anni di distanza, l’artista visiva Genny Petrotta, nipote del leader dei ribelli, insieme a un gruppo di giovani della sua città natale, rivisita la lotta della repubblica contadina che durò cinquanta giorni fino a quando non fu stroncata dalla polizia. “Mamma Perdonami / Mëma më fal” è una riappropriazione poetica di un’eredità politica che è stata messa a lungo a tacere dopo eventi traumatici.
Era un periodo di grandi sconvolgimenti quando un gruppo di giovani di Piana degli Albanesi decise di intraprendere un’utopia e di cambiare radicalmente le cose. La loro rivolta era diretta contro le élite politiche – gli ex fascisti e i leader comunisti – e i grandi proprietari terrieri. Nasceva dalla necessità di essere solidali con i più poveri, con coloro che soffrivano la fame, con i piccoli agricoltori e i lavoratori del raccolto. È stato alimentato dal rifiuto dei giovani di continuare a partecipare a una guerra che era già costata loro troppi sacrifici.
Quando Genny Petrotta iniziò a parlare della Repubblica dei Contadini con i suoi parenti e vicini, vennero alla luce molte più lacune che resoconti dettagliati. Anche nella testimonianza del prozio Giacomo, che Angela Lanza aveva raccolto in un libro, non c’era quasi nulla da sapere sui cinquanta giorni della Repubblica. Nel dettaglio, egli descrisse la fine traumatica: quando oltre 2.000 soldati occuparono la piccola città, quando arrestarono i leader e li torturarono brutalmente per dieci giorni.
Secondo la testimonianza di Giacomo Petrotta, in quei giorni fu rappresentato uno spettacolo teatrale che raccontava la storia della giovane Repubblica autonoma. Ma il testo è scomparso. “Mamma Perdonami / Mëma më fal” è una rievocazione poetica del pezzo teatrale perduto. Insieme a un gruppo di artisti e giovani della sua città natale, Genny Petrotta ha creato la scenografia e i costumi e ha preparato la messa in scena. Il suo lavoro mobilita la forte identità culturale della sua città natale, fondata più di 500 anni fa da una comunità arbëreshë che ha conservato fino ad oggi la sua lingua e alcune antiche tradizioni. Nella stesura del testo in lingua arbëreshë è accompagnata dal poeta e linguista Giuseppe Schirò di Modica. Il lavoro si traduce in una videoinstallazione e in un libro, con cui l’autrice si riappropria del patrimonio politico e culturale della sua città natale e contribuisce alla sua conservazione.
Genny Petrotta (1990) è un’artista italiana con sede a Palermo. La sua pratica artistica si concentra sulla videoinstallazione e cerca di sublimare una vasta gamma di interessi, dall’antropologia alla filosofia e alla storia. Si è laureata in Discipline delle Arti e del Cinema presso l’Università D.A.M.S. di Palermo con una tesi su Werner Herzog. Dal 2016 è membro del collettivo artistico Il Pavone e ha esposto in diversi festival e rassegne. Dal 2017 lavora come assistente alla regia per il duo artistico MASBEDO. Nel 2022 ha diretto la produzione delle opere “U Scantu” di Elisa Giardina Papa presentata alla 59° Biennale di Venezia e “Alkestys” di Beatrice Gibson presentata al British Art Show. Nel 2023 vince la dodicesima edizione del Consiglio Italiano con il progetto “Mamma Perdonami” e la Fellowship per il progetto “The Residency on the Road” 2023, ospitata da Autostrada Biennale.
Artista: Genny Petrotta | Curatrice: Eva-Maria Bertschy | Coreografa e performer: Gloria Dorliguzzo | Musica: Angelo Sicurella / Regia, fotografia, sceneggiatura e montaggio: Genny Petrotta | Pittore: Giuseppe Borgia | Scenografia: Cesare Inzerillo | Costumi: Gabriele Petta | Suono: Giuseppe Tripodi | Sound design: Philippe Ciompi | Project Management: Giorgio Mega | Direttore di reparto: Francesco di Gesù | Ass. produzione: Nino Mandalà | Scultori: Francesco Albano e Simone Zanaglia | Supervisione della traduzione: Giuseppe Schirò di Modica | Direzione della fotografia delle riprese in pellicola: Nick Gordon | Assistente al montaggio: Naomi Kikuchi | Stampa e sviluppo film: Augustus Color | Color correction Giuseppe Petruzzelis | Servizio tecnico: Sinergie Group.
Con gli studenti dell’ICS SKANDERBEG, delle classi II e III della Scuola Secondaria di Piana degli Albanesi e Luna Marie Brancaccio Ratthei.
Con la cantante Fromba Krasniqi | Produzione Plis: Ergyle Gjurgjialo | Filigree Masters: Faik Bamja | Bashkim Tejeci, Xhafer Lushaj, Fatime Baruti.
Un ringraziamento speciale a: Giovanna Renda, Enza Di Vincenzo, Sebastiano Petrotta, Giuseppe Raccuglia, Giuseppina Vasotti, Elvis & Gjulian Bytyqi, Jeton Jagxhiu, Maria Petrotta, Antonella Caradonna, Giusi Li Cauli, Giorgio Fusco, Stefania Artusi, Nino Brancaccio, Marika Ratthei, Beatrice Gibson, Elena Castiglia, Giuseppe Mizzi, Chiara Scalia, Vito Mandalà, Giuseppe Stassi, Papas Lifteri, Minichelli, Antenna, Luna and Annabell, IL PAVONE, Associazione Bashkë, Studio Guai s. r.l.s
Il progetto è prodotto da Fondazione Studio Rizoma in coproduzione con Autostrada Biennale Prizren. In collaborazione con Museo Civico di Castelbuono, Genía Lab Art Palermo, Postane Istanbul, Inland Madrid, Museo delle Civiltà Roma e European Alternatives Parigi.
Il progetto è sostenuto dalla Direzione Generale per la Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ambito del programma Italian Council (XII edizione, 2023), che mira a promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.