Le pubblicazioni della Fondazione Studio Rizoma sono prodotte, progettate e curate dal nostro team, in collaborazione con case editrici e partner indipendenti. I nostri libri e progetti editoriali uniscono contenuti originali a ricerche, saggi, interviste e altri contributi creativi e critici, commissionati o già esistenti. Attraverso questo lavoro, continuiamo a modificare le narrazioni ed esplorare le intersezioni tra clima, politica, cultura e il futuro del Mediterraneo e del resto del mondo.
 
 

Building Bridges raccomandazioni politiche dai cittadini alle istituzioni

Building Bridges raccomandazioni politiche dai cittadini alle istituzioni

Building Bridges raccomandazioni politiche dai cittadini alle istituzioni

 

Questi incontri non sono stati solo forum di discussione e scambio, ma veri e propri laboratori di sperimentazione democratica, che hanno promosso la partecipazione dal basso e la collaborazione tra settori diversi. Il focus sui confini, fisici, simbolici, politici e sociali, ha permesso ai partecipanti di esplorare le modalità con cui le divisioni vengono costruite, mantenute e messe in discussione all’interno e tra le società.

Questo documento presenta una sintesi dei principali risultati emersi dalle cinque assemblee cittadine di Building Bridges. Mette in evidenza temi comuni, differenze legate ai contesti locali e punti di convergenza tra i vari incontri. Cogliendo gli spunti e le proposte generate durante queste esperienze, il rapporto intende contribuire a più ampi dibattiti politici e sociali sul futuro della democrazia, sull’inclusione delle voci giovanili e su approcci innovativi alle politiche migratorie e di integrazione, sia a livello locale che transnazionale. Nel suo nucleo più profondo, questo lavoro invita responsabili politici, società civile e comunità a ripensare i confini non solo come linee di separazione, ma come potenziali spazi di dialogo, solidarietà e trasformazione.

MËMA MË FAL – Mamma Perdonami

MËMA MË FAL – Mamma Perdonami

MËMA MË FAL – Mamma Perdonami

Al centro del libro c’è la figura di Giacomo Petrotta, un marxista di formazione politica che, insieme ad altri giovani abitanti del villaggio, organizzò la distribuzione di cibo alla popolazione affamata in un contesto dominato da proprietari terrieri feudali, ex fascisti, interessi mafiosi e dall’incertezza lasciata dall’occupazione americana. I loro sforzi per raccogliere e ridistribuire il grano furono atti di solidarietà tanto quanto aperte sfide all’ordine costituito. I ricordi personali di Petrotta offrono una visione dettagliata di queste distribuzioni, dell’opportunismo dei potenti locali, della complicità delle forze dell’ordine con i proprietari terrieri e del furto finale che derubarono la comunità delle sue scarse risorse.

Il libro colloca inoltre questi eventi all’interno di riflessioni più ampie sui diritti alla terra, la decolonizzazione e i movimenti contadini contemporanei, tracciando collegamenti tra le insurrezioni del dopoguerra in Sicilia e le odierne lotte per la riforma agraria. Conversazioni con attivisti come Douglas Estevam del Movimento Sem Terra brasiliano, nonché estratti di analisi psicoanalitiche e storiche, rivelano come la memoria collettiva diventi una forza di mobilitazione politica.

Dichiarazione Rhizome Cities

Dichiarazione Rhizome Cities

Dichiarazione Rhizome Cities

 

Stiamo fondando Rizoma Cities per creare una rete permanente di città in tutta Europa e in Africa che promuova un approccio municipale olistico e interconnesso al movimento delle persone e alla diversità culturale.

 

Fondamentale in questo progetto è il riconoscimento e l’affrontare gli eredità storiche del colonialismo e le disuguaglianze che esse continuano a generare. Queste eredità persistono in troppi spazi pubblici, musei, organismi amministrativi, pratiche educative, pratiche di memoria e nelle relazioni diseguali tra le persone. Negli ultimi anni, attori culturali, artistici e della società civile sono stati cruciali nel portare alla luce questi effetti, chiedendo restituzione e una riflessione più profonda sugli impatti dannosi del colonialismo. Crediamo che includere questi attori e queste sfere della società sia essenziale per affrontare queste problematiche.

 

Ci impegniamo a rafforzare le capacità dei diversi agenti sociali e dei cittadini nel campo delle competenze interculturali, considerandole uno strumento fondamentale per l’accettazione e la valorizzazione della diversità, e a valorizzare i migranti come attori chiave e partecipativi nella co-progettazione di tutte le politiche pubbliche.

 

Attraverso la circolazione di saperi, culture ed esperienze, crediamo che le città in rete possano promuovere una migliore comprensione del passato, condividere buone pratiche per affrontare le ingiustizie contemporanee e facilitare la partecipazione dei cittadini per costruire insieme un futuro più equo, oltre i confini.

 

Rizoma Cities invita tutte le città in Europa e in Africa che condividono la nostra visione a unirsi alla rete: una visione di città protagoniste nella creazione di una società inclusiva, creativa e vibrante, in cui differenza, diversità e solidarietà siano i semi per un mondo migliore.

Between Land And Sea 2024 — V edizione

Between Land And Sea 2024 — V edizione

Between Land And Sea 2024 — V edizione

È stata la speranza ad accompagnare Abou Bakar Sidibé nel suo viaggio, da quando ha lasciato la sua città natale, Bamako, dieci anni fa, per cercare fortuna in Europa? Probabilmente si è trattato più di una fede cieca. Ma certamente anche di una determinazione feroce a sfidare ogni tipo di ostacolo — ostacoli che non avrebbe mai potuto prevedere, ma che si sono presentati continuamente sotto forme sempre nuove. E poi è successo qualcosa di totalmente imprevedibile: sul Monte Gurugu, un insediamento informale vicino alla recinzione di confine di Melilla, due registi europei gli hanno dato una videocamera con alcune semplici istruzioni. Poiché Abou non ha seguito le istruzioni, ma la propria visione e intuizione, è diventato lui stesso un regista, e ha partecipato con il suo lavoro ad alcuni dei più importanti festival cinematografici. Da allora, documenta la propria vita con la videocamera. Volevamo invitarlo al festival già tre anni fa, ma all’epoca non aveva un permesso di soggiorno e non poteva viaggiare in Italia. Ora sarà presente al festival come residente (in piena legalità) per tre settimane.

Ci sono molti modi di affrontare l’incertezza: conviverci, sopportarla, attraversarla. Collaborando con tante persone e istituzioni diverse, ci siamo resi conto — spesso seduti a tavola dopo una riunione o un evento — che se c’è un elemento che accomuna profondamente le nostre pratiche e metodologie, è il lavorare insieme all’incertezza, in forme molteplici. Mentre il mondo intorno a noi sembra diventare sempre meno solido, la serie di incontri dal titolo UNCERTAIN ENVIRONMENTS riunisce artisti, curatori, attivisti e ricercatori in vari punti della città per dialoghi co-curati con i nostri partner a Istanbul, in Spagna, a Prizren, a Bruxelles e a Palermo. Questi momenti di scambio esplorano le metodologie e strategie che persone e organizzazioni hanno sviluppato per navigare nell’incertezza. Spesso questo implica un’osservazione iniziale e un fragile equilibrio tra certezza e precarietà, che dipende dalla capacità di stabilire regole proprie e dalla flessibilità di modificarle costantemente.

Come scrive il filosofo Byung-Chul Han, ogni soluzione genera un nuovo problema. A volte, quando le persone sono convinte delle proprie capacità, si lanciano nel rischio di esplorare territori radicalmente sconosciuti. Ma anche se erano star nella loro città d’origine — musicisti, ballerini o calciatori acclamati — devono prima dimostrare il proprio valore in un nuovo contesto, sentirsi come se ripartissero da zero, cercare di capire le nuove regole, trovare nuovi sostenitori, nuovi fan.

La pièce teatrale KONAMI – THE FOOTBALL DANCE racconta questa esperienza spesso frustrante, insieme alle molteplici connessioni tra calcio, danza e mondo dello spettacolo, in un contesto incalcolabile segnato da potere, denaro e corruzione. Con quest’opera, l’ensemble transnazionale La Fleur torna a Palermo dopo aver avviato il progetto lo scorso anno con un laboratorio realizzato insieme a un gruppo di giovani danzatori locali.

L’opera di Genny Petrotta, iniziata durante la scorsa edizione con un’installazione video a Piana degli Albanesi, narra un’epoca di grandi sconvolgimenti storici: verso la fine della Seconda guerra mondiale, quando la Sicilia era già stata liberata ma restava sotto occupazione americana, e numerosi attori cercavano di esercitare la loro influenza sul territorio in un gioco geostrategico. In questo contesto, segnato dalla fame e da un futuro incerto, alcuni giovani — molti dei quali da poco congedati dal servizio militare — decisero di proclamare una repubblica contadina autonoma nel proprio paese natale. In un’epoca di grande incertezza, un’utopia può attecchire, perché “gli oppressi prendono coscienza della loro condizione in modo più radicale nei tempi di guerra”, come osserva l’attivista brasiliano Douglas Estevam del Movimento Sem Terra commentando questo episodio storico. Con la sua rievocazione poetica, la videoartista Genny Petrotta intende preservare il patrimonio politico e culturale del suo paese d’origine, affinché possa fungere da riferimento nei momenti di crisi.

Anche Simone Mannino e il Mediterranean Ensemble (fondato tre anni fa durante il festival Between Land and Sea) inseguono un’utopia: attori di Palermo e Tunisi costruiscono insieme un ponte sul Mediterraneo. Nella nuova pièce, presentata in anteprima lo scorso anno a Tunisi e ora per la prima volta in Italia, viene esplorata l’idea di un mondo multietnico e multiculturale, senza conflitti, ispirandosi alla figura storica di Eliogabalo. Nato in un’epoca simile alla nostra, segnata da transizioni e decadenza, Eliogabalo rappresenta un momento di possibilità per trasformazioni significative e nuove visioni. La pièce descrive anche un ambiente in cui figure influenti si contendono il potere sul futuro, e in cui — prima o poi — tutti diventano corrotti.

Per la prima volta, l’urbano acquisisce una dimensione architettonica all’interno del festival, grazie alla collaborazione con il team di :AFTER, il festival di architettura ospitato nel 2023 sotto forma di grand tour dell’isola, e con lo studio di architettura Michalski & Wagner. Il suo formato nomade farà tappa nella zona industriale dell’Ex-Chimica Arenella per ospitare ARENA ARENELLA, una giornata intera di programmazione che invita i più innovativi studi di architettura internazionali e altri attori spaziali a riflettere insieme su cosa significhi oggi sviluppo sostenibile e costruzione di luoghi, e su cosa possa offrire in futuro, prendendo come punto di partenza il concorso Reinventing Cities, per il quale il sito dell’Arenella è stato candidato dal Comune di Palermo. Arenella, come Between Land and Sea, è un luogo vasto che può essere affrontato solo unendo le migliori pratiche e intraprendendo insieme un viaggio per rendere reale ciò che ancora non conosciamo. Speriamo.

Tutti questi progetti e molti altri, con le idee, le domande e le opere che li animano, saranno esplorati e discussi nell’attuale edizione del festival Between Land and Sea. Speriamo che ciò possa restituirci un po’ di pace e fiducia, in un tempo che a volte lascia poco spazio alla speranza. Ringraziamo tutti gli artisti, i professionisti e i partner per aver condiviso con noi il loro sapere, la loro fiducia e il loro tempo. I vostri contributi sono stati fondamentali per il progresso di questa edizione. Invitiamo tutti gli altri a unirsi a noi, per pensare e celebrare insieme. E attendiamo con entusiasmo i vostri futuri contributi.

Continente Sicilia 1923-2023

Continente Sicilia 1923-2023

Continente Sicilia 1923-2023

Espandendo l’esperienza di :AFTER. After History, Afterlife – Festival diffuso di architettura in Sicilia, Continente Sicilia 1922–2022 raccoglie sei interviste ad alcuni tra i più importanti architetti siciliani degli ultimi decenni del XX secolo. Ciò che li accomuna, oltre al contributo sostanziale dato agli sviluppi architettonici e urbanistici recenti dell’isola, è il fatto di essere custodi di una memoria storica che è stata in gran parte salvaguardata grazie a una paziente raccolta di documenti, grafici, plastici e fotografie nel corso degli anni. Attraverso racconti autobiografici e scatti amatoriali realizzati durante le interviste a questi archivi-non-archivi — senza alcuna pretesa di esaustività — Continente Sicilia 1922–2022 intende offrire uno spaccato storiografico-personale della Sicilia contemporanea. Facendo proprie le parole di Franco Cassano, la pubblicazione racconta un Sud che può diventare “un soggetto autonomo, un protagonista” capace di intraprendere “la strada della modernità in modo assolutamente originale”.

ARTSFORMATION JOURNAL: Mobilitare le arti per una trasformazione digitale inclusiva

ARTSFORMATION JOURNAL: Mobilitare le arti per una trasformazione digitale inclusiva

ARTSFORMATION JOURNAL: Mobilitare le arti per una trasformazione digitale inclusiva

“Tre anni fa, con Artsformation, abbiamo intrapreso un’esplorazione per comprendere la complessa relazione tra le arti e la nostra società digitale in continua evoluzione. La nostra missione non era solo osservare, ma impegnarci attivamente per capire come le arti siano intrecciate con la trasformazione digitale. Credevamo che le arti potessero fungere da ponte fondamentale per promuovere un’era digitale più inclusiva e sostenibile.

Il nostro approccio è stato sfaccettato. Non ci siamo concentrati esclusivamente su prospettive teoriche. Al contrario, abbiamo voluto mettere le arti al centro come attori fondamentali del cambiamento digitale, intrecciando intuizioni provenienti dai mondi artistico, tecnologico, imprenditoriale e sociale.

Il nostro team, composto da persone con background molto diversi — accademici, artistə, attorə della società civile — ha lavorato in uno spirito di collaborazione che ci ha permesso di adottare una combinazione di metodi di ricerca, sia tradizionali che innovativi, compresi quelli radicati nelle pratiche artistiche. Questo approccio olistico non mirava solo a far progredire la comprensione accademica, ma anche a tradurre le intuizioni in strategie concrete.

Il punto di vista dell’artista è stato centrale nella nostra ricerca. Abbiamo cercato di comprendere come lə artistə percepiscono e affrontano la trasformazione digitale, come le loro pratiche ne siano influenzate e come possano a loro volta influenzarla. Il progetto ha anche esplorato il ruolo delle arti nell’impresa e le interazioni con i metodi di lavoro e le organizzazioni. Artsformation ha posto attenzione particolare al modo in cui le arti affrontano questioni sociali, con un interesse speciale per quelle pratiche artistiche che trattano le sfide derivanti dalla trasformazione digitale nella società europea.

Il coinvolgimento delle comunità è stato un altro elemento chiave. Riconoscendo il potenziale delle arti nell’affrontare le sfide sociali — in particolare quelle connesse alla trasformazione digitale in Europa — abbiamo promosso attivamente residenze artistiche. Abbiamo anche curato diverse mostre in vari luoghi europei, favorendo il dialogo tra artistə e comunità locali.

Le nostre scoperte, riassunte nelle pagine seguenti, sono state illuminanti. Un numero significativo di artistə sta canalizzando la propria creatività per contribuire a una trasformazione digitale più democratica, inclusiva e sostenibile in Europa. Le loro storie, sfide e successi sono documentati nei nostri rapporti di progetto. Come coronamento dei nostri sforzi, abbiamo anche sviluppato pratiche e strumenti partecipativi basati sulle arti, che speriamo possano essere risorse preziose per chiunque sia interessato all’intersezione tra arte e mondo digitale.”

— Tratto da “Introduzione: Esplorare l’intersezione tra arti, società e tecnologia”, Christian Fieseler, Artsformation Journal, 2023.

ROOM TO BLOOM

ROOM TO BLOOM

ROOM TO BLOOM

Questo catalogo non pretende di essere esaustivo, ma propone una passeggiata digitale ed un’esplorazione delle esperienze vissute insieme. Vi invitiamo a scoprire la magia di questa rete attraverso gli elementi interattivi miceliali di questo sito.

Vogliamo ringraziare tuttə lə artistə che fanno parte, o hanno fatto parte, di questo viaggio, i membri del comitato, i/le mentor, i/le curatori/trici, gli/le organizzatori/trici e gli/le ospiti che abbiamo incontrato durante l’avventura di Room to Bloom.

SCARICA IL CATALOGO QUI

Between Land and Sea 2023

Between Land and Sea 2023

Between Land and Sea 2023

Guidati dall’idea del pensiero arcipelagico di Édouard Glissant, riuniamo artisti, ricercatori e attivisti per esplorare come le realtà locali si intrecciano con le dinamiche globali. Dal documentare la vita dei pescatori attraverso i continenti al ripensare gli spazi costieri e celebrare pratiche culturali diverse, il nostro lavoro mira a onorare patrimoni complessi ispirando al tempo stesso nuove forme di solidarietà. Unitevi a noi per pensare globalmente, agire localmente e costruire futuri condivisi. Per saperne di più sui progetti e i partecipanti, vi invitiamo a scaricare il catalogo completo disponibile sul nostro sito web.

Pray for Seamen

Pray for Seamen

Pray for Seamen

 

Pray for Seamen è una nuova grande installazione multimediale del fotografo Francesco Bellina e del giornalista Stefano Liberti che indaga il declino della pesca artigianale e delle comunità portuali attraverso storie umane che rivelano la scarsità economica localizzata della globalizzazione, lo sfruttamento e la connessione tra tre luoghi apparentemente lontani: Sicilia, Tunisia e Ghana.

Negli ultimi due decenni, il lavoro dei pescatori in tutto il mondo è diventato sempre più difficile e precario. Lavorare per molte ore, in orari ingrati e spesso in condizioni pericolose, porta sempre meno pescato a riva. L’influenza del riscaldamento globale sugli ecosistemi fragili e la pesca industriale su larga scala hanno svuotato gli oceani, impoverendo sia i pescatori sia l’ambiente. Sebbene si tratti di fenomeni globali, le loro conseguenze sono altamente localizzate e si possono osservare in diverse città portuali in Europa, in Africa e oltre.

Intrecciando le storie individuali dei pescatori in una mappa transnazionale, il fotografo siciliano esplora le rotte commerciali e i sistemi che governano il mare, offrendo così una nuova lettura del patrimonio mediterraneo e del suo attuale ruolo all’interno delle reti globali. Come nel suo lavoro precedente, Oriri, che documentava il traffico di schiave sessuali nigeriane, Bellina affronta ancora una volta le cause meno visibili e le rotte della migrazione contemporanea. Una pubblicazione sarà realizzata in collaborazione con l’acclamato autore e regista Stefano Liberti e la casa editrice Cesura, per raccontare le vite di coloro le cui esistenze vengono stravolte e i cui ambienti vengono annientati da interessi lontani.

 

 

Between Land and Sea 2022

Between Land and Sea 2022

Between Land and Sea 2022

 

Il mare è stato il grande connettore delle terre, dei loro popoli e delle loro storie. Nessun luogo come la Sicilia – con le sue dominazioni fenicia, greca, romana, araba, normanna e spagnola – ne è testimone più emblematico. Ma il mare è anche un grande divisore. Separa la ricchezza dalla povertà, l’inclusione dall’esclusione. È un mare che molti tentano di attraversare solo per incontrare muri invisibili, rifiuto, e in alcuni casi, la morte. Da nessuna parte ciò è più evidente che nella netta separazione tra le sponde nord e sud del Mediterraneo. Le città portuali incarnano contraddizioni.

Familiare/Inquietante Nella storia dei porti si uniscono la proiezione verso l’esterno e la costruzione di un interno. Sicurezza e pericolo, il familiare e l’inquietante. La città, nella lettura mitologica di Jan Patočka, è fondamento del familiare, di ciò che ci fa sentire a casa. E questo spazio coesiste, da sempre, con il suo esterno, con l’assenza e il rifiuto del controllo, con lo straniero e il perturbante. Il porto resta in tensione tra opposti, e ne permette la relazione dinamica e l’interpenetrazione.

Sé/Altro In questo senso, i porti sono l’epicentro del gioco tra sé e altro. Le comunità umane sono definite da una logica tanto inclusiva quanto esclusiva: ogni confine traccia una linea di separazione, identifica il “noi”, lo spazio della solidarietà, e ciò che è straniero. I porti sono la porta dell’altro per eccellenza e dunque anche il presupposto per la costruzione del sé: definiamo la nostra identità in opposizione a ciò che non possiamo identificare. Eppure, i porti incarnano anche l’eccesso dell’altro, la sua capacità di spogliare e trasformare ogni identità fittizia.

Merci/Persone Dalle rotte commerciali antiche alle violenze coloniali, fino alla Belt and Road Initiative cinese, la logistica ha rappresentato tanto un apparato di controllo quanto una condizione di emancipazione. Non è un caso che l’alfabeto semplificato – bene comune dei popoli – sia stato ideato in due città mercantili: Ugarit e Byblos. Mentre le vie d’acqua colmano le distanze, i porti promuovono nuove tecnologie per superare le differenze umane, esplodendo la dialettica tra il desiderio umano di connessione, l’imperativo economico dello scambio e l’aspirazione politica al controllo.

Chi Controlla/Chi È Controllato Non è affatto insignificante chi esercita il controllo sulla connessione umana e quali spazi politici risultano impotenti di fronte allo scambio economico. Le logistiche promettono che il movimento senza attrito di merci, capitali e informazioni abiliti forme di controllo e misurazione che garantiscano la soddisfazione tempestiva ed efficiente di queste esigenze fluide. Ma una maggiore connettività si ottiene al costo di cancellare tutti gli ostacoli sul suo cammino, che si tratti di flussi umani, tessuto urbano o elementi ambientali. Lo spazio della logistica si definisce dunque in relazione al potere che lo gestisce, il potere che mantiene la promessa. E quel potere, sebbene spesso inconsapevole di sé, risiede nei lavoratori, pescatori, migranti che alimentano quotidianamente la macchina del commercio e del consumo internazionale.

Terra/Mare Le città portuali si collocano tra la terra e il mare. Sono il punto di partenza del nostro progetto: un incontro politico e un programma di produzioni artistiche e teatrali originali sviluppate e presentate tra Palermo, Tunisi e Brema, che fungono da ponte tra Europa e Maghreb e tra il Sud e il Nord dell’Europa.

In un momento storico in cui l’umanità affronta sfide planetarie senza precedenti, artisti, attivisti e cittadini devono inventare nuovi modi per incontrarsi oltre i confini e sviluppare narrazioni transnazionali e di solidarietà. BETWEEN LAND AND SEA coinvolge oltre 50 artisti, lavoratori, ricercatori, migranti, pescatori, contadini e cittadini per sviluppare alleanze concrete, narrazioni e pratiche transnazionali di solidarietà per affrontare le crisi e i disastri futuri, come la desertificazione, i conflitti derivanti dalla crescente disuguaglianza economica, l’innalzamento del livello del mare, gli sfollamenti e le migrazioni globali.

Tutti i progetti sono produzioni originali sviluppate da Studio Rizoma, Biennale Dream City e Theater Bremen.
Speriamo che suscitino il vostro interesse e vi invitiamo a scoprirli e a consultare il programma completo nelle pagine che seguono.