Questo progetto fa parte di
Between Land and Sea
Anni
2025
Paesi
Francia, Italia, Cile

Un progetto di ricerca sperimentale a cura di Yolenn Farges, in collaborazione con Fondazione Studio Rizoma.

 

Il progetto Intersezioni Mediterranee esplora la complessa relazione tra due dimensioni politiche e sociali non sempre collegate: l’arte e la cucina. Questo studio si propone di indagare come le tradizioni culinarie e artistiche, intrinsecamente legate agli ecosistemi locali, possano fornire nuove prospettive per comprendere e ripensare le sfide ambientali e sociali che caratterizzano il nostro tempo. 

L’arte, con la sua capacità di interpretare il mondo, e la cucina, come espressione tangibile, quotidiana e di cura delle risorse naturali, si pongono come strumenti vitali per sensibilizzare e stimolare un ripensamento critico degli ecosistemi mediterranei, tra tradizione e innovazione. Attraverso un’analisi interdisciplinare, questo lavoro intende mettere in luce come la intersezione tra pratiche artistiche e gastronomiche possano contribuire a creare una visione sostenibile e condivisa del medio ambiente intorno al Mediterraneo, offrendo soluzioni creative alle attuali problematiche ecologiche e culturali.

Partendo dalla ricerca di Yolenn Farges, e da Palermo come punto di osservazione privilegiato per comprendere come le diverse coste del Mediterraneo siano strettamente legate dalla cultura culinaria, dalla storia e dalle condizioni ambientali.

La ricerca si propone di riflettere su alcuni punti, tra cui:

  • Esplorare questioni ecologiche, politiche ed economiche sull’accesso al cibo intorno al mediterraneo;
  • Rapporto bidirezionale sulle nostre attività tra mare e terra;
  • Cambiamento dei lavori di pesca, agricoltura, terra, e gestione degli alimenti;
  • Cambiamento delle percezioni sociali intorno alle tematiche di ecologia, cibo, alimentazione e salute;
  • Diritti di accesso all’informazione sulla produzione e il consumo degli alimenti;
  • Rapporti tra ambiente terrestre e marino dal punto di vista della cura;
  • Discussioni intorno alla cucina, la produzione alimentare e della raccolta come possibili strumenti per una rinascita a favore della giustizia climatica e sociale;

 

“I pasti e le degustazioni si rivelano momenti preziosi di scambio tra persone, di ricette, di conoscenze, di storie, di pensieri fertili. Attraverso questa esplorazione culinaria, cerco di far rivivere una consapevolezza collettiva dell’interdipendenza tra le nostre azioni sulla  terraferma e il loro impatto sul mare, per incoraggiare un approccio rispettoso e sostenibile nei confronti dei nostri ecosistemi.”

Sperimentando con questa raccolta di storie culinarie, vogliamo integrare questi elementi per poter trasformare queste pratiche in atti artistici viventi che invitano il pubblico e la cittadinanza a riflettere sul nostro rapporto all’ambiente. 

La ricerca prenderà forma in diversi formati tra cui archivi raccolti, esplorazioni culinarie, gruppi di discussione, laboratori, sessioni di scambio e cucina e altre pratiche che possano diventare gesti rigenerativi e soluzioni concrete per il futuro.

 

Il legame tra cibo e arte

Nel corso delle sue esplorazioni, Yolenn Farges si è interessata in particolare agli abitanti del mare, affascinata dallo spazio liminale e ibrido tra bassa e alta marea. Questo l’ha portata  a interrogarsi sul nostro rapporto con le coste e i loro abitanti. Vivere in contesti insulari e portuali come Belle-Île, Marsiglia e Palermo, ha dato all’artista la convinzione che le nostre attività terrestri hanno un impatto sul mare, proprio come il mare  ha un impatto su di noi. Questa interconnessione, legata alla cucina, diventa un modo per approfondire l’intimità con l’ambiente marino. Cucinare con il mare, raccogliere con la bassa marea, sono tutti modi per conoscere questo ambiente e prenderne cura.

“La cucina è uno dei miei interessi più profondi, considerandola prima di tutto come un atto creativo e sensoriale. Poi, gradualmente, questo interesse si è arricchito di un’attenzione per l’ambiente attraverso l’esplorazione delle piante selvatiche commestibili, degli abitanti del mare, e delle tecniche di fermentazione. Questo percorso mi ha portato naturalmente a collegare queste riflessioni al mio lavoro artistico, che già esplora il nostro rapporto con gli ambienti e le specie non umane. La fermentazione è stata il punto di partenza, rivelando la condizione del nostro corpo come olobionte – un essere composto da miliardi di microbi essenziali per la nostra sopravvivenza, in particolare quelli del nostro microbiota (una simbiosi di microbi che abitano il nostro sistema digestivo).  Accogliere questi microbi nel nostro corpo, attraverso il consumo di alimenti fermentati, significa accettare la nostra molteplicità. È anche un modo per riconsiderare l’antico paradigma della “natura”, che ci vede, come esseri umani, separati dall’ambiente piuttosto che come entità interconnesse e interdipendenti.  Mi appassionano anche le storie che il cibo racconta, ciò che trasmette dalle nostre culture e attraverso i secoli. Negli ultimi anni ho trascorso molto tempo con le donne anziane di Belle-Ile, ascoltando i loro racconti che testimoniano il loro rapporto con il mare e raccogliendo le loro ricette (in particolare quelle a base di alghe) come testimonianza di pratiche ancestrali che potrebbero essere recuperate. Cucinare diventa allora un modo per connettersi gli uni agli altri, ma anche per rafforzare il nostro legame con l’ambiente e con gli esseri che lo abitano. Questa ricerca mi ha portato a  comprendere che il cibo va ben oltre il semplice consumo di cibo: diventa uno specchio delle situazioni politiche, economiche  ed ecologiche, presenti o passate. È un campo di lotta collettiva. Il nostro modo di mangiare, le nostre scelte sono strumenti di  rinascita, di resistenza e mezzi concreti per agire a favore di una transizione ecologica e di una certa memoria.”

 

Attività previste nel 2025

  • Laboratori e gruppi di discussioni con adolescenti in diverse parti del Mediterraneo e dell’Atlantico 
  • Momenti di scambio tra curatori e artisti nazionali e internazionali
  • Dialoghi con artisti in residenza con FSR
  • Periodi di workshop intergenerazionale

 

Biografia dell’artista

Nata nel 1994, Yolenn Farges vive e lavora tra Palermo e Belle-île-en-mer. Tra arte, scienza e cucina, Yolenn lavora per creare una rete porosa tra esseri coesistenti e i loro ecosistemi mutanti, considerando la creazione attraverso contaminazione e collaborazione.  La sua opera è anche un luogo di circolazione dei pensieri, di trasmissione della conoscenza, dove la parola e gli scambi agiscono come un ecosistema sociale e politico. Le sue installazioni, spesso attivate da performance partecipative, riuniscono funghi,  batteri, alghe in propagazione e altre specie e alimenti compagni.

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