ESTRARRE IL FUTURO O CREARLO: FUOCO, ACQUA, PROTESTA E RIBELLIONE

Di Niccolo Milanese

Le strade di Parigi in fiamme hanno invaso i telegiornali e i notiziari di tutto il mondo, immediatamente rese memorabili sul modello di una casa in fiamme o di un mondo in fiamme: “tutto va bene”, o “tout va bien”, recita la frase che emerge ironicamente dalle persone che cenano o bevono il caffè guardando con calma una barricata in fiamme. Questi video si mescolano alle scene di polizia che carica e sciopera i manifestanti contro la riforma delle pensioni imposta dal presidente Macron e dal suo governo psico-rigido contro la volontà dell’opinione pubblica e del parlamento.

Nella Francia rurale dello scorso fine settimana, a circa 400 chilometri a sud-ovest di Parigi, a Sainte-Soline, con minore attenzione da parte della stampa internazionale – ma con maggiore attenzione da parte della polizia internazionale – migliaia di contadini, ecologisti e scienziati si sono brutalmente scontrati con forze di polizia specializzate provenienti da Francia, Germania, Italia e Spagna. Protestavano contro la costruzione di mega-bacini idrici, che vengono costruiti per contenere l’acqua pompata dal sottosuolo in modo che un piccolo numero di aziende possa continuare a trarre profitto da pratiche agricole ad alta intensità idrica e a spreco massiccio, nonostante la crescente scarsità di acqua e l’imprevedibilità causata dal cambiamento climatico. Questi mega bacini idrici sono stati condannati dal sistema legale francese e da autorità indipendenti in diverse occasioni, ma continuano a essere costruiti. Le vittime umane degli scontri di questo fine settimana sono allarmanti: 250 feriti, diversi ricoverati in ospedale in rianimazione, oltre 4.000 granate lanciate dalla polizia e segnalazioni di medici bloccati nell’assistenza ai feriti.

Dietro queste immagini c’è una lotta per il futuro. Da una parte, protetti dalla polizia, ci sono persone che traggono profitto da uno status quo che sanno essere insostenibile, ma che cercano di farlo durare il più a lungo possibile estraendo dal futuro quanto più possibile da consumare nel presente. Cosa stanno estraendo? Estraggono manodopera dal futuro – l’idea che in Francia si lavorerà due anni in più. Ed estraggono dalle profondità del sottosuolo l’acqua che altrimenti alimenterebbe i fiumi e l’ecosistema per renderla immediatamente disponibile per il profitto.

Entrambe le idee sono profondamente sbagliate. La Francia ha uno dei tassi di occupazione degli anziani più bassi d’Europa: 60% in Germania, 70% in Svezia, 35% in Francia. La riforma pensionistica di Macron si basa sul fatto che le persone che hanno iniziato a lavorare da giovani lavorino 2 anni in più – se una persona ha iniziato a lavorare a 22 anni, con il sistema attuale dovrebbe comunque lavorare fino a 65 anni per beneficiare di una pensione completa, quindi la riforma è sulle spalle di coloro che hanno iniziato più giovani. Che lavoro faranno queste persone? Spesso hanno meno qualifiche e svolgono lavori più intensivi dal punto di vista fisico. Questa domanda è senza risposta, con solo la vaga promessa di reindustrializzare il Paese.

Estrarre acqua dalla zona freatica del sottosuolo per sostenere l’agricoltura intensiva è ciò che gli scienziati chiamano “mal-adattamento”: rischiare di destabilizzare ulteriormente l’ecosistema, per il beneficio privato di un numero limitato di aziende a scapito dei piccoli agricoltori, il tutto per mantenere modi di produzione dannosi per l’ambiente. La mobilitazione delle polizie europee contro le proteste di Saint-Soline e la bollatura in preda al panico dei manifestanti come “terroristi di estrema sinistra” da parte del governo francese rivelano quanto questo adattamento sia ingiustificabile: non apre alcuna visione positiva per un futuro rinnovato, ma solo un’immagine di enormi quantità di acqua stagnante chiusa.

Dall’altra parte di questa lotta ci sono forze di vita e di rinnovamento. Non possiamo essere dipinti né come terroristi né come contrari al cambiamento. Al contrario, siamo noi a vivere la necessità di un cambiamento urgente: un cambiamento che significa porre fine all’estrazione sconsiderata del nostro lavoro dai nostri corpi e un cambiamento che significa porre fine all’estrazione sconsiderata di risorse dal nostro pianeta. Siamo pieni di idee su come queste cose possano essere fatte: da una settimana lavorativa più corta, al reddito di base, alla democratizzazione del posto di lavoro; aziende agricole più piccole che usano l’acqua in modo meno intensivo, metodi contadini che lavorano la terra in modo da trasformarla in una spugna sostenibile di acqua, non succhiandola, prendendosi cura dei nostri fiumi invece di sfruttarli. Siamo noi ad avere una visione radicale del futuro; anzi, nel conflitto attuale siamo gli unici ad avere una visione plausibile del futuro. Non tutto va bene – ce lo dicono anche gli elementi della natura, proprio come i nostri corpi stanchi – quindi ci organizziamo, scorriamo e ci solleviamo.

European Alternatives e Studio Rizoma lanceranno la “SCHOOL OF WATER EDUCATION” per attivisti in occasione della Giornata della Terra del 22 aprile a Palermo, in Sicilia.

This site is registered on wpml.org as a development site.