In un momento in cui il discorso pubblico in tutta Europa è sempre più segnato dall’ascesa delle ideologie di estrema destra e dalla preoccupante diffusione di forze antidemocratiche nella società, la necessità di spazi inclusivi, critici e creativi di dialogo non è mai stata così urgente. In risposta a questa crescente polarizzazione, Building Bridges ha lanciato un’iniziativa audace e tempestiva: cinque incontri pubblici organizzati in diverse città del continente. Questi eventi hanno riunito un ampio spettro di partecipanti, artisti, rappresentanti delle città, attivisti, pensatori, ricercatori, lavoratori, migranti e cittadini impegnati, uniti dal desiderio comune di riflettere e ripensare il significato e la funzione dei muri e dei confini, sia nel passato recente che nel mondo contemporaneo.

 

Questi incontri non sono stati solo forum di discussione e scambio, ma veri e propri laboratori di sperimentazione democratica, che hanno promosso la partecipazione dal basso e la collaborazione tra settori diversi. Il focus sui confini, fisici, simbolici, politici e sociali, ha permesso ai partecipanti di esplorare le modalità con cui le divisioni vengono costruite, mantenute e messe in discussione all’interno e tra le società.

Questo documento presenta una sintesi dei principali risultati emersi dalle cinque assemblee cittadine di Building Bridges. Mette in evidenza temi comuni, differenze legate ai contesti locali e punti di convergenza tra i vari incontri. Cogliendo gli spunti e le proposte generate durante queste esperienze, il rapporto intende contribuire a più ampi dibattiti politici e sociali sul futuro della democrazia, sull’inclusione delle voci giovanili e su approcci innovativi alle politiche migratorie e di integrazione, sia a livello locale che transnazionale. Nel suo nucleo più profondo, questo lavoro invita responsabili politici, società civile e comunità a ripensare i confini non solo come linee di separazione, ma come potenziali spazi di dialogo, solidarietà e trasformazione.

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