Una conversazione con l’artista Rossella Biscotti
Ci dici qualcosa sull’origine del progetto?
The Journey nasce da un premio ricevuto nel 2010 alla Biennale Internazionale di Carrara. Il premio consisteva in un blocco di marmo di grandi dimensioni estratto dalla Cava Michelangelo, la storica cava degli scultori rinascimentali. In quel periodo stavo facendo ricerche a Lampedusa, già principale punto di approdo dei flussi migratori.
Attraversavo dunque spesso il mediterraneo per le mie ricerche e da lì venne l’idea di rilasciare questo blocco di marmo nel centro del mare. Da questa idea semplice è nato un meccanismo per esplorare quella zona su diversi livelli, immaginando il mediterraneo come una stratificazione di significati storici, politici, geografici e geologici. Fino al 2016 ho composto una serie di mappature dell’area, che andavano dalla divisione delle licenze tra le compagnie oil&gas alle numerose operazioni militari, dalle mappe geologiche a quelle relative a cavi, relitti ecc. The Journey è culminato a maggio 2021 nel viaggio di una nave che da Malta ha attraversato per tre giorni e mezzo il mediterraneo centrale seguendo una rotta di punti GPS, risultata dalle ricerche e mappature effettuate, fino a un punto in cui abbiamo rilasciato il blocco di 20 tonnellate di marmo nel mare.
La rotta come è stata definita?
Tracciava sentieri e punti delle mappature. Ad esempio partiva da Malta e seguiva alcune linee geologiche del rift, le faglie geologiche, il plateau tunisino, e poi seguiva invece le linee di divisione delle licenze di oil&gas, raggiungeva i punti di alcuni relitti marini, addirittura seguiva il tracciato effettuato in mare da una tartaruga rilasciata dal NatureTrust di Malta, e ancora di muoveva sulla linea di Frontex e attraverso una serie di punti GPS delle chiamate di soccorso ricevute dai naufragi di migranti nel mare libico seguendo quindi una costellazione di punti selezionati dall’archivio dell’organizazzione Alarm phone.
Come un grande canto a più voci di un territorio liquido. Come le songlines raccontate da Chatwin.
Definire il mare come spazio pubblico. Chi ha definito questo spazio, chi lo opera?
E l’equipaggio della nave come era composto?
L’equipaggio era filippino, il mediterraneo è attraversato da tutti! E l’aver viaggiato con loro ha portato quella cultura all’interno di questo progetto. Ad esempio, a livello sonoro ho registrato alcune delle canzoni in tagalog, dal loro repertorio di karaoke.
E così tracci quel mediterraneo meticcio e in movimento, irriducibile a qualunque identità statica… perfino a quella dei soli stati che vi si affacciano! E dopo aver gettato il marmo cosa è successo?
Il marmo è un po’ una scusa per analizzare quest’area. L’idea è ora di lavorare principalmente sul sonoro, così da far diventare questa nave una specie di orecchio che ascolta ciò che accade, sia sotto il mare che sulla superficie, riversando la prospettiva e di ascoltare alla terra dal mare. Abbiamo realizzato anche una serie di ricerche in Tunisia, per esempio sulle isole di di Kerkennah dove abbiamo esplorato il punto vista dei pescatori, perché questo è l’unico luogo dove i pescatori possiedono una parte di mare, e a livello legislativo è particolarmente interessante. E dove realizzeremo una serie di interviste con attivisti in particolare sul ecosistema particolare di queste isole e sulla responsabilità’ di un progressivo disastro climatico dovuto alle estrazioni, per esempio della compagnia britannica Petrofac. Registreremo anche dei canti di pescatori tipici di quest’area e della zona del Golfo di Gabes, andando a incentrarci quindi sulla componente ecologica e musicale.
E l’anno prossimo The Journey verrà presentato a Tunisi per Between Land and Sea!
The Journey è una performance di una nave che naviga su un percorso di contenuti GPS ispirato al tempo, alla storia e ai dati geopolitici attuali in un’area tra Italia, Malta, Tunisia, Libia. La narrazione è incentrata sulla decisione e le conseguenze della caduta di un blocco di marmo di 20 tonnellate assegnato all’artista dall iconica cava di Michelangelo a Carrara, Italia, ma rimasto intatto. Rossella Biscotti usa il blocco come un meccanismo per spacchettare gli strati politici, economici e ambientali di un complesso corpo d’acqua.
Crediti
Artista: Rossella Biscotti; Field recordist: Attila Faravelli; DOP: Cristian Manzutto; Fotografo: Alexandra Pace; Curatore di Blitz: Sara Dolfi Agostini; Master Mariners: Ramon Espiritosantu, Vladimir Daniel Dalit e il loro meraviglioso equipaggio. Progetto sviluppato con: Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles; Blitz Valletta; 8° edizione del Dream City Festival Tunis nell’ambito del progetto Between Land and Sea
In collaborazione con: Timmy Gambin (Professore Associato di Archeologia Marittima, Università di Malta), Anthony Gruppetta (veterinario), Aaron Micallef (Professore Associato di Geoscienze, Università di Malta), Alarmphone, Lewis Baldacchino (Operations Manager, Port Logistics Operations Ltd), Studi d’Arte Cave Michelangelo Carrara, la comunità di pescatori di El Haouaria, Isole Kerkennah e Golfo di Gabes. Sostenuto da Mondriaan Fonds.