Irene Coppola ha iniziato la sua ricerca artistica sulla costa sud-orientale di Palermo nel 2017 in collaborazione con l’Ecomuseo Mare Memoria Viva. Da allora ha riscoperto luoghi incompiuti e apparentemente abbandonati come il lungomare romagnolo e l’anfiteatro di Acqua dei Corsari chiamato “Teatro del Sole”. Ha iniziato a familiarizzare con i materiali abbandonati come rifiuti sulla costa per decenni e che ora, a strati, riflettono la storia del quartiere e il disastro urbanistico causato dall’abusivismo edilizio e dalla speculazione edilizia noto come “Sacco di Palermo”. Durante le sue passeggiate su questa spiaggia negata, ha fatto incontri inaspettati con persone che utilizzano questo luogo apparentemente disabitato: prendendo il sole, addestrando cavalli, giocando a carte, facendo falò o addirittura proiettando film.
Per Between Land and Sea, Irene Coppola costruisce una scultura modulare fatta di scarti di fuochi d’artificio trovati sulla spiaggia e ricorda i modi locali di celebrare eventi collettivi di diverso tipo. Sulla collina, i cosiddetti “Mammelloni” dietro l’Ecomuseo, la scultura FIRE-WORKS diventa un luogo di incontro improvvisato durante il festival. La piattaforma sociale ospiterà un’assemblea domenica sera, in cui Coppola presenterà e discuterà i risultati intermedi del suo studio con gli abitanti della zona, i cittadini di Palermo, gli esperti locali e il pubblico internazionale.
“Mia nonna mi ha detto che dopo la seconda guerra mondiale hanno buttato molte cose a mare, soprattutto case…”
Nel maggio del 2023, Irene Coppola, in collaborazione con il regista Ruben Monterosso, ha iniziato le riprese del film documentario MAMMELLONI, un ritratto della costa principale di Palermo attraverso i suoi abitanti. Ci hanno permesso di stampare le trascrizioni di alcuni dei primi incontri e delle riunioni preparatorie nel nostro catalogo.
[Elvira_Romagnolo 26.04.2023 ]
Elvira: È bello anche che vedo qua (perché non siamo mica tutto quanti.…) Vedo che in questi giorni di festa, il 25 aprile, viene la gente che fa il picnic, e qualche volta sono anche delle persone a posto che mangiano, arrostiscono e portano via il sudicio. Ma a me mi fa piacere, gioia! Va bene, va bene. L’importante che abbiano rispetto per l’ambiente. Qualche volta qualcuno ce l’ha. Poi c’è anche in estate qualcuno che viene a cantare le serenate con una fisarmonica si siedono nelle panchine e cantano e suonano, caratteristico e molto piacevole.
Ruben: Ti raccontiamo questa cosa. Noi abbiamo conosciuto un gruppo di ragazzine che vengono qui accompagnate dalle madri, già abbiamo avuto un incontro con loro. E queste ragazzine fanno proprio quello che dicevi tu, loro vengono qua perché non hanno altri posti perché non hanno dove potersi incontrare tra giovani. Loro si fanno le loro passeggiate, giocano eccetera eccetera e si portano sempre dietro un sacchettino e dove sono, mentre giocano, puliscono.
Irene: 13 anni hanno…si vogliono prendere cura del loro territorio perché dicono “Noi abitiamo qua”. Ruben: “è nostro!”
Elvira: Ma certo, qui è il giardino e il terrazzo, è il nostro uscire fuori.
Irene: D’altronde a Palermo, non è che ci sono tanti spazi pubblici, no? Questo è uno spazio pubblico troppo importante.
Elvira: Ma ti dico a me fa molto piacere…c’è l’anziano, c’è il bambino, c’è quello giovane appena sposato quindi…Queste famiglie numerose che si mettono insieme: la mamma, il genero, la nuora, la consuocera e fanno un po’ una tavolata… Beh arrostiscono, ma a me mi fa piacere, ma che cosa mi rompono a me che si mettono ad arrostire là? […]
Irene: Facciamo questo incontro prima che parti, che ne dici? Sei parte di questo gruppo?
Elvira: Proviamo, proviamo. Mi piacerebbe poter dare una voce a questo posto perché appunto come vi dicevo possa tornare com’era un tempo addietro, perché qua era molto rinomato tesoro, non c’era Mondello che reggeva. Scusami eh? Non c’era Modello che reggeva!
[Giulia_Romagnolo 20.04.2023 ]
Giulia P.: […] Dice che quella immondizia sta nella parte del demanio marittimo e la Rap non ci può mettere mano. Ma un potemu fare finta che sia nanticchia chiù in qua? ma cose da pazzi, cose da pazzi! […] Ci tenevo sempre a scendere mare, perché qui c’abbiamo la pietra alba che era lo scoglio famoso a suo tempo perché era…. il mare arrivava fino alla strada quindi per raggiungere a nuoto la pietra Alba dovevi essere un buon nuotatore per cui, per dire io, la prima volta che sono riuscita ad arrivare da sola a nuoto alla Pietra Alba ho detto “Ecco! Adesso sono una buona nuotatrice”.
Irene: Ma perché si chiama Pietra Alba?
Giulia P.: Allora anticamente questa zona si chiamava “Mustazzola” perché ci sono questi scogli piatti come una musstazola e quello scoglio credo che si chiamasse scoglio Gaipa, Non so perché, per come. Chi lo ha ribattezzato Pietra Alba è stato mio padre, ma mio padre era poeta, scrittore, pittore […] E lui poi, in un’altra poesia scrive pure “nelle mie vene scorre sangue di alghe marine”, quindi lui nelle sue vene e di conseguenza in quelle mie e di mio fratello, c’è sempre questo sangue di alghe marine. Avevo il sangue verde, non blu, verde!
Irene: E voi da bambini praticamente eravate sempre li (allo stabilimento)…
Giulia P.: […] quando ero piccola, ero monella, mio fratello era buono, tranquillo, io tutto il contrario, quindi mi mettevo sempre nei guai, combinavo guai! Mia madre, poveretta, doveva sempre tenermi d’occhio. Quando mi portava allo stabilimento poteva stare tranquilla, anche se non mi seguiva lei, perché tutto lo stabilimento era lì protettivo nei miei confronti.
Irene: Era come una grande famiglia!
Giulia P.: Era come una grande famiglia. […]
Adesso vi faccio vedere una cosa perché è troppo forte, è una foto di quand’ero bambina io. Ma allo stabilimento. Vi faccio vedere che faccia!
[Asia, Erika, Maira_Sperone 07.05.2023 ]
Maira: Se è per questo in estate si mettono ad arrostire
Erika: Ah sisi ci sono le capanne!
Asia: In estate si fanno le capanne abusive
Maira: Vengono a dormire qua con le tende
Asia: Ma dico se devi fare una cosa del genere falla a Modello no qua!
Ruben: Eh a Modello non glielo permettono…
[…]
Maira: Che poi qua si trovano un sacco di cose! Più in la c’è tipo un pezzo di marciapiede tanto… Irene: Voi dite quello con le mattonelle colorate?
Maira: No no è proprio un marciapiede però secondo me più vecchio…
Marika: Una volta mia nonna mi ha detto che dopo la seconda guerra mondiale hanno buttato molte cose a mare, soprattutto case…
Irene: Tutti i residui di questi bombardamenti…
Maira: Si trovano anche bambole, scarpe… scarpe ovunque!
Irene: La cosa più bella che avete trovato?
Maira: Forse la calamita…
Marika: ..che l’ho presa io, ancora ce l’ho a casa sul frigorifero.
Irene: E cosa c’era stampato?
Tutte: Era un faro!
Artista: Irene Coppola / Registi: Irene Coppola, Ruben Monterosso / A cura di: Eva-Maria Bertschy
Produzione: Letizia Gullo
In collaborazione con Ecomuseo Mare Memoria Viva
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